Il pastello a olio è un impasto di pigmenti finissimi uniti a oli e cere morbide che rimane sempre leggermente untuoso. A differenza di una pittura ad olio tradizionale, la sua superficie non polimerizza mai del tutto; la materia resta sensibile al calore, alla polvere e alla pressione meccanica. Conservarlo, quindi, significa impedire che le particelle di sporco si inglobino nello strato pittorico e che eventuali sfregamenti ne alterino la texture butterata tipica. Ogni scelta – dal supporto utilizzato alla collocazione finale – deve tenere conto di questa “porosità permanente” che rende il pastello a olio tanto affascinante quanto vulnerabile.
Indice
- 1 Stabilizzare l’opera ancora sulla tavola da lavoro
- 2 Scegliere il fissativo se, quando e quale
- 3 Proteggere il retro e i bordi prima della cornice
- 4 Creare una micro-clima stabile nella cornice chiusa
- 5 Collocare l’opera lontano da fonti di calore e luce diretta
- 6 Maneggiare e trasportare senza contatto superficiale
- 7 Pulire la cornice senza aprirla e programmare controlli periodici
- 8 Conclusioni
Stabilizzare l’opera ancora sulla tavola da lavoro
La protezione comincia prima che il disegno lasci il tavolo. Subito dopo aver terminato l’ultima stesura conviene lasciar riposare il foglio in orizzontale per almeno ventiquattro ore, schermato da polvere e correnti d’aria, affinché gli oli minerali superficiali si assestino. In questo lasso di tempo non si ottiene un’essiccazione vera ma un primo assorbimento del legante nel supporto, che riduce il rischio di impronte. Il riposo deve avvenire in una stanza a temperatura controllata, intorno ai venti gradi, con umidità al cinquanta per cento circa. Picchi di calore ammorbidirebbero le cere, picchi di umidità favorirebbero muffe nel lungo periodo.
Scegliere il fissativo se, quando e quale
Il dilemma classico è se applicare un fissativo. Un film spray riduce il pick-up del colore ma opacizza leggermente i toni. I produttori di alta gamma offrono fissativi specifici a base di resine sintetiche solubili in alcol, studiate per penetrare senza formare croste. Spruzzarli da una distanza di quaranta centimetri in passate incrociate sottilissime e ripetute – due al massimo – dà un risultato omogeneo. È tuttavia sconsigliato su campiture dense con sovrapposizioni spesse: la resina potrebbe reticolare solo in superficie e fessurarsi col tempo. L’alternativa è non fissare affatto, ma sigillare l’opera dietro un passe-partout distanziatore e vetro antiriflesso, creando una micro-teca antipolvere che evita qualsiasi contatto.
Proteggere il retro e i bordi prima della cornice
Aver stabilizzato la pellicola pittorica non basta. L’energia statica della carta zigrinata o di un passe-partout può attrarre residui di pigmento che restano sempre liberi. Rivestire il retro del foglio con un cartone museale acid-free di almeno due millimetri, incollarlo solo lungo un margine e lasciare il resto “flottante” permette alla carta di dilatarsi senza creare tensioni. I bordi a vista dove il pastello arriva fino all’estremo, spesso nei lavori gestuali, devono essere circondati da un distanziatore in balsa o plexiglas da tre millimetri prima dell’inserimento nel profilo della cornice: questo anello tiene il vetro lontano dal colore vivo.
Creare una micro-clima stabile nella cornice chiusa
Una volta incorniciato, il pastello a olio teme due nemici: la condensa e la luce ultravioletta. Sigillare con nastro carta telato il perimetro tra vetro e battuta posteriore riduce gli scambi d’aria che portano umidità. Inserire all’interno un sacchettino di gel di silice, nascosto dietro il cartone di fondo, assorbe eventuale vapore residuo. Il vetro, se possibile, dovrebbe essere acrilico UV 90 o un float con stratificazione anti-UV; la trasmissione ridotta di radiazioni rallenta l’ingiallimento dei bianchi e lo sbiadimento dei pigmenti organici.
Collocare l’opera lontano da fonti di calore e luce diretta
Appeso a parete, il disegno va tenuto a distanza da termosifoni, stufe o camini: il calore ammorbidisce la cera e può far slittare i tratti più spessi. Anche la luce diretta di una finestra orientata a sud accelera il degrado cromatico. La posizione ideale è una parete interna, illuminata da luce radente nei limiti di 50 lux se in esposizione continuativa. Luci LED a bassa temperatura di colore, schermate da filtri anti-UV, valorizzano la texture senza rischi termici.
Maneggiare e trasportare senza contatto superficiale
Se l’opera deve viaggiare, le vibrazioni trasformano la polvere di pigmento in aerosol. Il quadro incorniciato va imballato con un sandwich di cartone ondulato, fissato ai lati con paraspigoli in schiuma; sul fronte, un foglio di polietilene espanso riduce l’attrito sul vetro. Durante il trasporto si mantiene sempre in posizione verticale con frecce “This Side Up” ben visibili. L’opera sciolta su foglio singolo richiede la costruzione di una scatola rigida a libro, con interni foderati di Tyvek antistrappo perché liscio e antistatico.
Pulire la cornice senza aprirla e programmare controlli periodici
La polvere che si deposita sul vetro esterno si rimuove con panno in microfibra asciutto; mai spruzzare detergenti liquidi che, scorrendo lungo il margine, possono infiltrarsi dietro la battuta. Ogni due anni è buona norma aprire la cornice in ambiente pulito per controllare eventuali viraggi di colore o macchie di umidità sul passe-partout. Se si notano condensa o puntinature brunastre, conviene sostituire immediatamente i cartoni interni e ripristinare un micro-ambiente asciutto.
Conclusioni
La conservazione di un pastello a olio è un equilibrio tra protezione e rispetto della sua natura setosa. Significa limitare al minimo l’esposizione a polvere, umidità, calore e luce aggressiva, assicurare un blando fissaggio o, meglio ancora, creare intorno al supporto una micro-architettura fatta di cartonaggi neutri, distanziatori, vetro schermante e imballi intelligenti. Con queste attenzioni, la morbidezza cangiante del nabuk cromatico imprigionato nel pigmento a cera potrà attraversare gli anni senza perdere brillantezza né lasciare tracce di sé sulla superficie a cui è affidata.